Nuova Elettronica è stata una rivista italiana fondata da Giuseppe Montuschi nel 1969 a Bologna dalle ceneri della rivista Elettronica Mese. Si occupava di hobbistica elettronica, divulgazione nell'ambito tecnico scientifico, elettromedicale e didattico, con un'impostazione pedagogica e popolare.
Caratteristiche
La rivista fu venduta nelle edicole e tramite abbonamento, e (dal 2011) come app per iPad. Essa non conteneva pubblicità, se non occasionalmente e nei primi numeri, ma si finanziava interamente con i proventi editoriali e con la vendita dei kit di montaggio dei progetti pubblicati, che, a seconda della complessità, potevano essere venduti già montati e completi di tutto, oppure con parti e accessori acquistabili separatamente. Più recentemente, alcuni progetti di tipo elettromedicale furono disponibili sia come kit tradizionale che in versione preassemblata e marchiata CE; per i kit assemblati dai clienti la certificazione poteva essere ottenuta in un secondo tempo.
Ogni progetto pubblicato era accompagnato sia da una spiegazione del funzionamento del circuito, sia della procedura di montaggio; inoltre, veniva offerto un servizio di assistenza post-vendita per risolvere problemi di funzionamento dei kit a causa di errori di montaggio o tolleranze dei componenti.
La quasi totalità dei progetti veniva realizzata dai suoi tecnici in più laboratori sparsi per l'Italia; la rimanente parte veniva creata con l'aiuto di collaboratori esterni o degli stagisti durante il periodo di praticantato presso il Centro Ricerche Elettroniche, che faceva da supporto alla rivista. Occasionalmente veniva pubblicata la rubrica Progetti in Sintonia, contenente circuiti proposti dai lettori corredati da una breve descrizione.
Giuseppe Montuschi morì nel dicembre del 2009 all'età di 82 anni e la società venne ceduta alla figlia insieme a Leonardo Righini, già da tempo direttore responsabile. Le pubblicazioni proseguirono con i consueti numeri (allora giunti al №242) e un supplemento sulla diatermia, una pratica della medicina alternativa priva di validazione scientifica. Già nel corso degli anni '80 avevano riscosso un certo successo gli articoli e i kit dedicati alla magnetoterapia.
Il numero 248 portò un nuovo design alla rivista, con una marcata aggiunta di articoli storico-divulgativo-editoriali nonché sostituendo la precedentemente minima quantità di elementi grafici decorativi ed i caratteristici titoli degli articoli a centro pagina in carattere blu e nero.
Con il numero 250 di settembre-ottobre 2012 si conclusero definitivamente le pubblicazioni della rivista. Fu l'unico numero con due copertine e leggibile da entrambi i lati; per circa l'80%, la rivista era occupata dai soliti progetti realizzabili tramite kit ma rovesciando il fascicolo e partendo dall'ultima di copertina si accedeva al primo capitolo, che non ebbe seguito, del nuovo corso di elettronica Nuova Elettronica Junior, presentato da un personaggio denominato Prof Watt e con un'impostazione più popolare del precedente Imparare l'elettronica partendo da zero.
Il 14 novembre 2013 il Tribunale di Bologna avviò la procedura fallimentare contro il C.R.E. (Centro Ricerche Elettroniche), che ne deteneva i diritti editoriali.
Da febbraio 2014, i numeri telefonici della redazione di Bologna e dell'associata Heltron di Imola diventarono irraggiungibili; contemporaneamente, il sito internet entrò in "ristrutturazione" e non venne mai più riattivato. Sempre da febbraio, i dipendenti vennero posti in mobilità.
Visione critica
Numerosi dispositivi definiti "medicali" si basavano sulla magnetoterapia, un genere di medicina alternativa la cui efficacia non è dimostrata da alcuna prova scientifica.
In alcuni progetti erano usate parti non documentate, per esempio moduli premontati o addirittura incapsulati in resina, come per l'accensione catodica per le automobili presentata sulla rivista n.25. Alcuni, in tempi recenti, venivano giustificati con la difficoltà, per una persona poco esperta o non dotata di attrezzature particolari, di montare piccolissimi componenti SMD, oppure con l'impossibilità di effettuare tarature su stadi RF senza disporre di costosi generatori e analizzatori di spettro e di reti; nell'accensione elettronica sulla rivista n.25 del 1972, però, si trova anche una diversa ma sincera giustificazione:
Con la diffusione dei microcontrollori (in particolare ST6 e ST7, per cui furono pubblicati corsi di programmazione), essi furono sempre più utilizzati in vari progetti, ma il codice venne raramente pubblicato, neanche per i progetti più semplici. Viceversa, sarebbe stato molto utile per imparare a scrivere codice per applicazioni pratiche. Righini giustificò questa pratica affermando che spesso i programmi fossero scritti da terze parti e che Nuova Elettronica non disponesse dei diritti sul codice sorgente.
Un'altra critica riguardò l'uso di componentistica introvabile (quale la base dei tempi MK5009 Mostek del frequenzimetro LX357 sulla rivista 68, ormai fuori produzione) e altri componenti obsoleti quale il Motorola MFC4010A usato nell'LX112 Preamplificatore-compressore sul numero 35-36, senza indicarne l'equivalenza col successore MC3310.
All'estero
La rivista, seppur mirata al mercato italiano, diede origine a varie collaborazioni internazionali tra cui la sua derivata brasiliana Nova Eletrônica (diretta da Leonardo Bellonzi e pubblicata tra febbraio 1977 ed il 1987), la rivista francese Electronique et Loisirs, nonché la spagnola Nueva Electrónica la quale fu riflessivamente colpita dalla crisi di Nuova Elettronica e fu rilanciata come affiliata di Elettronica In.
Il numero 247 fu pubblicato sperimentalmente anche in lingua inglese, sotto il titolo New Electronic.
Alcuni progetti speciali
Nuova Elettronica è stata la prima rivista a presentare in Italia un personal computer basato sul microprocessore Z80 in scatola di montaggio. Il computer utilizzava il NE-DOS, sistema operativo derivato direttamente dal TRS-DOS del Tandy TRS-80, e successivamente il SONE (Sistema Operativo Nuova Elettronica), compatibile con il CP/M 2.2. Il suo linguaggio BASIC era molto simile al linguaggio adottato dai PC IBM. Il computer venne progressivamente migliorato fino a includere un disco rigido (con una capacità di 10 Megabyte) supportato dal sistema operativo SONE.
La rivista ha proposto un ricevitore in kit per i segnali del satellite geostazionario Meteosat, il cui segnale era, però, criptato; quindi veniva usato per la ricezione dei satelliti in orbita polare che trasmettono immagini HRPT.
Ha anche pubblicato, a partire dall'evento di Chernobyl, alcuni Contatori Geiger per misurare la radioattività ambientale (l'ultima versione ottenne dall'ENEA la certificazione di un errore del 4% sulla misura della radiazione campione).
Ha presentato un sismografo e vari strumenti per misure elettroniche, come analizzatori di spettro RF, trasmettitori FM per radio private, frequenzimetri, impedenzimetri, conduttivimetri e luxmetri.
Oltre ai progetti digitali che prevedevano l'uso di microcontrollori, la rivista continuò ad occuparsi anche di elettronica analogica, sia ad uso didattico che applicativo.
Note
Voci correlate
- ElettronicaIn
Collegamenti esterni
- Nuova Elettronica sfogliabile in archive.org, su archive.org.
- Il computer Z80 di Nuova Elettronica, su z80ne.com.
- Sommario Nuova Elettronica [indice delle 250 riviste], su bizzarri.altervista.org. URL consultato il 27 marzo 2025.
- Elenco storico dei progetti di Nuova Elettronica in ordine alfabetico (TXT), su xoomer.virgilio.it.




